Risvegliamoci!

E poi penso all’intensità dell’Afghanistan, al bambino caduto in epilessia davanti a me marti e fiorella, appena arrivato a Kabul, ai carri trainati dai cavalli di notte per portare qualche prodotto di montagna al mercato, perché di giorno ci sono troppe macchine per viaggiare, ai bambini dell’orfanotrofio. E quella vita che si svolge da prima dell’alba, dallo speciale sforzo per sostenersi che la maggior parte di loro vive, da questa attenzione focalizzata in un solo scopo, portare qualcosa a casa da condividere con la propria gente. 
Pochi distrazioni, pochi eventi culturali, si sta con gli altri per sorreggersi, per sentire di esserci.
Qui davanti vedo Milano in agosto, un deserto quasi come il Beluchistan, in Pakistan.
Le voci rassegnate di chi ha preso una pausa di vacanza, che mi viene da paragonare al ramadam e mi viene da ridere…per l’immensa diversita di intenzione, per quella differenza tra ozio e tensione, tra trascendenza orizzontale e verticale. Quella possibilità di dimenticarsi di se con gli altri e quella di quell’oceanica esperienza di sentirsi parte del tutto, a prescindere che lo si chiami Dio, Hallah o Jhavè, condizione di Buddità o Tao, Samsara o Zuppa Cosmica.
Qui e ora sento di fare una denuncia: Risvegliamoci!
C’è ancora poco tempo prima che la morte ci porti via! Secondi, minuti, ore, giorni, mesi, anni e poi chissà…ogni momento è buono, ORA.
Dico a voi come lo dico a me, quel senso di risveglio che viene dal vivere intensamente. Dal vivere pienamente, dall’esserci, perché molte delle certezze che abbiamo sono fragili, inesistenti…
Ora mi sento di dire, Ora.Immagine

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