testo per un discorso mai fatto al matrimonio di giovanni lambertini e della sua consorte francese

Matcri Patcri Monio

Che rito è questo? Che significa?

Mi chiedo nei sogni del giorno, nelle immagini della notte….

Rito, che rito?

Ufficializzare un’incontro d’anime nel senso di congiungersi in un unità o contrarre la possessione sessuale di un momento della vita per la prolificazione?

E che cosè poi la prolificazione?
quindi decidere di creare la Stato primo per eccellenza, la famiglia?

Decidere che la persona che ci sta accanto è la persona giusta per il nostro Stato ideale…

Eppure questo Stato ci è estraneo, è pressoche magico, mitico, non esiste!

La logica non può aiutarci, i sistemi, la matematica, la geometria, la filosofia metafisica, la religione nemmeno possono. è un incognita, incognita, in cognita. Non conoscenza.

Eppure, tutto il mondo vive di questo rito, senza logica, aculturale,  senza nessun senso!

Questo ci inquieta nell’osservazione.

Ci inquieta perché è difficile ammettere che è un mistero, un mistero senza terra ne tempo, un mistero senza spazio ne fuoco, un mistero e basta.

E voi siete qui ad ascoltare un menestrello che vi racconta la storia del nulla e dell’eros che si ferma nel particolare, non si espande all’universo, forse per paura o forse perché scoprirlo insieme ad un’altra persona può essere un inizio di un lungo viaggio.

ma andiamo avanti.

Abbiamo detto che è un rito, un rito che ufficializza un incontro, l’amore? Ma se tutti i saggi dicono che l’amore è incondizionato come si può condizionarlo contrattualmente?

Anche questo è un enigma.

Cerchiamo di trovare soluzioni invece ci si pongono sempre davanti enigmi.

Gli antichi idolatravano le Veneri perché avevano in seme, il miracolo della procreazione.

Erano loro le dee.

Erano le dee incarnate che potevano dare vita.

E gli uomini di quel tempo rimanevano estasiati e imbambolati per questo che chiamiamo procreazione.

ma noi la chiamiamo procreazione per scienza, ma in realtà, ovunque sia arrivata la comprensione scientifica, questo rigonfiamento della pancia ci rimane oscuro.

Insomma, abbiamo detto che lo sciegliere di stare insieme non ha senso, che l’amore contrattualizzato è un’enigma e non ci porta all’amore supremo, che il miracolo della donna nella procreazione ci è oscuro;

allora: dove stiamo andando?

Siamo qui tutti insieme per celebrare questo rito che non sappiamo dove porta, che non ha senso, che è oscuro, che è un’enigma, ma proprio per questo festeggiamo e brindiamo a questa follia.

Ecco un’altra parola, follia.

Allora siamo tutti normali o siamo folli perché partecipiamo a questa illusione?

o vivere l’illusione di questa vita che non ha senso è la normalità?

Chiedo a voi perché non capisco più,

non ragiono più.

Cartesio(in onore ai nostri amici francesi) potrebbe certo darci spiegazioni chiare e logiche, lui si potrebbe, ma continuerebbe a fermare la vita con una forma quando la vita è in divenire e l’essere è.

Preferisco citarvi George Battaille con uno stralcio di testo che si chiama Sacrifici

Moi, j’existe,- suspendu dans un vide réalizé, suspendu à ma propre angoisse – différent de tout autre être et tel que le divers événements qui peuvent atteindre tout autre et non moi rejettent cruellement ce moi hors d’une existence totale. Mais, en même temps, je considère ma venue au monde – qui a dépendu de la naissance et de la conjonction de tel homme et de telle femme, puis du moment de cette  conjonction – il existe en effet un moment unique en rapport avec la possibilité de moi – et ainsi apparaît l’improbabilité infinie de cette venue au monde.

Car si la plus infime différence était survenue au cours des événements successifs don’t je suis un terme, à la place de ce moi intégralement avide d’être moi, il y aurait eu «un autre».

Invece, i mistici indiani cercano di spiegare la verità con i miti, e ne hanno migliaia.

In occidente da sempre si è cercato di spiegare la verità con la logica, gli scienziati facendo calcoli di approssimazione sempre più vicini, sempre più prossimi alla realtà.

E noi nel nostro piccolo rito, ci stiamo provando.

Ma dov’è la verità?

Siamo qui a festaggiare un rito e questo tira fuori la verità? Ci domandiamo.

Ecco, forse se siamo attenti a ciò che si sta dicendo possiamo vivere la verità e invece,

chi di noi qui non è attento si stà perdendo la verità per la sua egoistica immaginazione.

La verità è che siamo qui tutti insieme e che non c’è distanza tra noi, ognuno, se in silenzio ci guardiamo negli occhi per un attimo,

Ognuno, si perde nell’infinito degli occhi dell’altro e in questo istante percepiamo quella comunione universale, quell’amore universale, che per un istante, ci unisce tutti senza differenza e individualità.

Siamo partiti per cercare di spiegare il matrimonio, la procreazione, la famiglia, l’amore e ci siamo ritrovati a conoscerci e perdersi nell’attimo per un’istante, tutti insieme in una sorta di rito collettivo.

E allora, se siamo rimasti uniti tutti per un’istante solo guardandoci negli occhi,  se ci siamo persi l’uno nell’altro per un attimo,

vuol dire che noi non siamo quello che crediamo di essere.

forse non siamo il nostro corpo.

Questo ciarlatano è arrivato proprio al massimo, prima dice che tutto è un mistero, poi ci racconta la storia della dell’enigma dell’amore universale, e poi per finire ci dà la supposta presumendo che non siamo.

I greci si riunivano in riti collettivi di feste con vino, riti sessuali per gli dei, balli sfrenati e dissoluzione, questi riti erano legati al dio dioniso.

I riti dionisiaci.

Il matrimonio, sebbene la tradizione sia cambiata e certi atteggiamenti non siano più accettati, è una sorta di rito dionisiaco dove tutta la logica del mondo si dissolve nei nostri calici, dove tutte le sofferenze per un attimo si esaltano per elevarsi in danza, dove tutte le nostre illusioni, si mostrano per quello che sono.

Un’energia, che non esiste.

Auguri a Giovanni e Virginy,

perché non sia un semplice rito di attaccamento, possessione e gelosia,

ma un incontro di elevazione e crescita

di benessere vero e di armonia

di piacere creativo e di volo

di emozioni di risanamento e di luce,

luce, luce.

LUCE

EVVIVA!

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