Vengo da una razza nota per la forza della fantasia e l’ardore della passione. Mi hanno chiamato folle; Ma non è ancora chiaro se la follia sia o meno il grado più elevato dell’intelletto, se la maggior parte di ciò che è glorioso,se tutto ciò che è profondo non nasca da una malattia della mente, da stati di esaltazione della mente a spese dell’intelletto in generale. Coloro che sognano di giorno sono consapevoli di molte cose che sfuggono a coloro che sognano solo di notte. Nelle loro visioni grigie captano sprazzi d’eternità, e tremano, svegliandosi nello scoprire di essere giunti al limite del grande segreto. In un attimo apprendono qualcosa del discernimento del bene e qualcosa più che la pura e semplice conoscenza del male. Penetrano, senza timore né bussola nel vasto oceano della << Ineffabile luce >> e ancora, come gli avventurieri del geografo della nubia, <<Agressi sunt mare tenebrarum, quid in eo esset exploraturi>>.
Diremo dunque, che sono pazzo.
Edgar Allan Poe
Cibo
Ma si! Che fantasie,
che simpatiche ironie.
tutto in corsa per poco
per un pezzo di pane di croco.
Macche allitterazioni e sinalefe
solo azioni ed imprese,
pane, pane, pane e cene
fame, fame,fame e vene
tane, tane, tane e pene.
Basta illusioni diverse
solo il pane e le feste,
cosicché anch’io mi
possa inglobare, continuando a remare
una barca alla deriva,
che malaffare il mare
e che fare a riva,
distrugger sabbia fina
mi strugge senza fine,
col risultato che poi
non ci salvano mai
salvarci da che, se il pane non c’è!
Corro su cavalli che,
non si fermano mai,
continuo ondeggiando pensando
che smetterò giammai!!
Trouble step me over…
Guai e guazzabugli
mi saltano sopra
diavoli scatenati
che non riesco ad Affrontare,
tant’è che arrischio
di cedere al patto
che poi, non firmerei mai.
Combatto nell’ozio
ostico,
un po’ per negligenza,
un po’ per consapevolezza.
Eh si!!
Che brutto inganno è il pregiudizio,
ti fa parlare senza saper guardare,
in pratica: Con quei ventagli,
non puoi vedere.
Balla luce
E’ notte…
E come l’agave spunta
da una mediterranea macchia
così gli incontri si fanno audaci,
parlati e allo stesso tempo
mordaci.
Il vocicchiare lento
degli uccelli
in primavera,
che prima dell’alba
risuona padrone,
fa da sottofondo
alle nostre umane chiacchere,
parole vicine e lontane
contatti con occhi di mare:
vicini e, lontani…
Rumore
Il Pentagramma.
Tra cinque righe e poco più,
si nasconde.
L’arte più arte:
del suono,
melodia e ritmo.
Egregiamente interpretata
da cardellini e elefanti.
Squillino le trombe!!
Battano i tamburi!!
E dalla giungla
un insieme di fonie
diverse,
diffondano il messaggio,
all’unisono.
Oppio
Il barista fa cose belle
senza esserne consapevole.
Il trappista invece,
distribuisce cose amare
essendone consapevole.
Il Comunista pensa a cose belle e
continua a pensarle…
Il Fascista pensa a cose belle e
continua a non farle…
Il Cristiano predica realtà
e soltanto quelle.
Il Buddista resta nel silenzo
osserva il momento.
L’oceano atlantico
si muove ad onde lunghe,
con melodie regolari.
Il mar mediterraneo
si intreccia frastagliato,
in ritmi spezzati.
Se tutto bastasse a rompere il vizio
la gente soltanto andrebbe all’ ospizio.
Il trappista infatti
Non marcisce
col supplizio.
Schermo
Osservo la superficie
che è l’espressione del profondo,
non scappi è lì,
in interminabile evoluzione.
E come il vento
Preme dell’aria sulla faccia
e con un fare greve
quest’umore voltafaccia.
Come un bagliore di luce t’avvolge,
come il mistero dell’ombra ti copre,
d’incognite espressioni ti circondi,
di violente osservazioni ti nutri,
e tutto sfocia in codesta,
scalfita, libertà.
Lotta
Io leggo e lui arriva,
Io ci penso e si presenta,
Mi struggo e mi colpisce
lo rincorro è la mia ombra
Lo evito e mi sgambetta
Lo rinnego e m’affronta
Mi dileguo e cambia strada;
Accelero, lui vola.
Continuo imperterrito,
lui come una pagliuzza si eleva e
mi si conficca in un occhio.
A questo punto si presenta:
<< Buongiorno, sono Destino>>.
Carrube
Ah, voi patatine dolci
che nello zucchero sciolto
affogate.
Ditemi voi che dovrei fare
se continuare ad urlare
oppure farvelo fare?
In verità l’ultima,
è cosa a me più gioviale.
Si torcervi le membra,
strizzarvi le brame,
durante il movimento lento
del commensale,
e in quel momento
tagliare e scalfire,
e i rimasugli dell’ossa,
bollire, fino a farvi
esalare, ciò che in
voi è più normale
quel favoloso e semplice,
fare,
da nobile commensale.
Centered
Conosco il centro
ma non posso evitare
di evitarlo.
Conosco il centro
ma sono affascinato,
evitandolo.
Canto solenne
Odo un canto solenne
Non e solerte ciò,
è molto nascosto,
è incespugliato;
Di modulazione varia,
Frecce e alabarde
Lo sopprimono,
tuniche e divise
gli urlano,
menti incessanti filtrano.
Menti appunto!!
Perché non ascolti?
Perché?…
Peripezie funamboliche
Saltando e battendo
crocevia morbosi
in alto la spada
uscimmo vittoriosi.
Agnostici e rifiutati
sono i nostri gesti,
disprezzate e mal capite
le nostre membra.
Due piroette, tre avvitamenti e
Due salti mortali;
Atterrammo su un terreno
spoglio di sangue,
sconsacrato da noi saltimbanchi,
stupide menti.
E magari lo fosse davvero…
Movimenti indecenti e sconnessi,
trepidare di paglia da fieno
che sotto
il sole…
esorcismo
Schiacciato dal rimorso
D’un tempo,
arso,
mi spengo.
Nadir
Che sarà mai quel corpulento
Quello stupido ricordo di un profumo,
prezioso, assolutamente non lecito,
totalmente ermetico è il nostro fumo.
E sul mio giro
in parte malefico,
violentemente mi ritiro.
Che sarà mai vorace spirito
quel din don dan poco melodico,
ritmo, incessante battito
istintivamente, sistematico.
Comunicazione
Drin…taratata…Biip.
Lontano da un flipper
mi sento, fruscio di sms
in movimento, e con un
soffio, li spengo.
Io, non arrivista
e non contento, serpeggio.
Con un contatto animale sguiscio,
tra un la e un re, mi perdo
tra un verbo e un aggettivo, esprimo.
Diretto ad un intercolutore vicino,
via via trascendo
aime!! Molto lontano…
Feeling allopatico
Attratto dall’opposto
benché non è il mio posto,
rinnego i rimpianti dolenti
quelli si, che son salassi
sassi, pietre accecanti,
pungono e premono.
Lividi ormai passati
esprimono, violente vicende
inaccettabili fatti.
Non si può dimenticare.
Come fare a scordare,
siam fatti così, continuamente,
incentivati dall’opposto.
La tua arte marziale
Continuerei per ore, a cercare di parlarti,
continuerei per ore, a logorarti,
continuerei per ore ma ti rifiuti,
continuerei per ore ma con la tua trivella
non m’aiuti.
Continuo ininterrottamente
a farti del male,
ed eccessivamente
a non pensare.
Al trotto e al galoppo
ti rincorro,
con un bastone di kendo;
tu, mi sotterri.
Pasqua
Un ramoscello d’ulivo inebria l’aria
che fu fitta di gas metano,
Milano.
Arrivano le colombe
e tutto tace,
pace.
Un uovo è covato
Sorpresa,
è un carro armato!!
Tra le lenzuola
Il tuo letto
diventa sogno,
dormo.
Un sasso nella scarpa giace,
è sesso
ma non mi piace.
Cervo
Una vita a fil di baratro
Calamita di eventi,
perduti aimè! Se finiti in un eremo.
E dolcemente vò cantando
a chi aggressivamente m’ascolta
perdutamente vivendo,
un si un no e via dicendo.
Nel terrore e nell’inquieto
Mi perdo,
ma una cima signori
ho in serbo, e ,
anche se lentamente
come un cervo, risalgo.
Viaggio
Un giorno vidi un beduino
tra l’Iran e il Pakistan
il suo corpo era fermo immobile
nonostante il vento instabile.
Le porte del villaggio sbattevano
e gli uomini in corsa accorsi,
per rifoccillar noialtri
non si curavano.
I suoi occhi eran come cenere
fissi, lontani nel vuoto,
ma dentro di lui sembrava ci fosse
un soffio etereo girar.
Retta da un bastone esile
l’anima sua continuava a mormorar
ed era un parlare semplice,
<< Attenzione >> senza alcuna velleità.
Tramuto discorsi
Divagar senza meta
come n’quel d’un poeta,
tersi e ripidi colli
lontan dal confin dei polli
legati alla pietra passata,
legati… legati…
Io noto tuttora, qui e ora,
il catarsi ormai perso
in un verso sommerso
da placidi mattoni
di orme padroni
ordunque tu, che risvegliato sei,
proponiti e prova e non smettere mai.
Volo
Giacevo assorto
e sentivo la curiosità
un’alba intramontabile.
Geometrie
La sintonia
nasce da un cerchio
dove tutto
affluisce in un punto,
il centro.
Guida
Spesso cerco quegli occhi che vedono
che come un braccio astratto mi reggevano.
In lontani giorni di festa
le mani, gli artigli e la testa.
Ora sono blocchi di ghiaccio
sparati da labbra al cumino
che sadicamente m’assalgono
e sul baricentro, premono.
Un giorno scenderò le scale
e senza corrimano, mi toccherà girare
sentirò la mancanza di terra
E sotto sotto,
la mia cecità.
L’oscenità è pura follia,
come quotidianità banale
il rinfrancarsi trascendentale,
aime! In orizzontale.
Quarantaduesimo parallelo
incontenibili realtà
riconducibili, orari
trasportati velocemente
su ferro gommato in frac.
Inconcepibili velleità
riconoscibili, abiti
indossati egregiamente
su palchi che basta un tac.
Proselitismo di frontiera
il cranio venduto in fiera.
Macche fantasia!!
Ci vuole poesia
ma poesia concreta
come muri di pietra.
No!! Io non ci sto!
E ritaglio assiomi
per i pochi a me buoni
buoni si… buoni d’Egitto.
Siam mascalzoni invece
che d’han retta a coglioni.
Quindi attori, di orme padroni
uscite di tana si,
ma non per far grana
per lasciar andare
ciò che fa’ male,
quell’enorme barriera, la nostra trincea
che come un dilemma
ci avvolge esterna
soffiate, ordunque
soffiate…
soffiate…
E mente sola sia fanta…
Naplidisci!! Naplidisci!!
Tramegeo, trimeca e trigracamma.
Dettimale!! Dettimale!!
Duce in azione spettrale
meco Nitze vò a Ischia
la ratustru, la ratustru
meco al retra tamanca!!
Intrisi voce in barca,
scem’addor, tea bisunti
archileo, trote salettate,
ma professò meno riti,
e mente sola sia fanta!
Un sorriso stoico giace
come cibo sopraffino
ma non rimango in pace.
Ebbro esce dalle mie labbra,
salmodiante tiritera
come brani di sabbia,
sabbia, pesante e dura
ininterrotta polvere;
arida, secca e pura.
È questo ciò che sento,
il battere molteplice di
granelli in movimento,
io li affronto ma
allorché la tensione si
fa oltre, mi sciolgo.
Così rimango sospeso
tra l’agire e l’oziare
tra il servire e il giocare.
Eh si, un bridge infinito
di lettere, un continuo
materializzarsi di frasi,
un caos astratto
d’irrazionale logica;
quindi mi fermo e penso:
Un sorriso stoico giace.
Compongo versetti inutili
per un pubblico amaro
eh si, perché inutili brani
si associano a, mendaci uomini.
Potrei gettare la spugna,
strappare i continui ricatti
che poi, non si fermano mai.
Non virile e non abile
scrivo,
stupidi e banali
incroci di lettere
trasbordi di parole alla deriva
di gambe e braccia ormeggiate
di realtà schiacciate.
Noi, qui presenti,
ai bordi della pressa,
instancabili operai,
di un meccanismo perennee
e mai enunciato.
Macche popoli omessi!!
Stan pronti ai riflessi
di egemonia d’effige
ma non dichiarata
di versi fantasma
e di un confine
che per molti, inganna…
Non è l’acqua sul fuoco
Ciò che mi ferma,
ma un brulicare di lettere,
una savana già vista
di storie e bettole.
Non è l’acqua sul fuoco
ciò che mi ferma,
È un linguaggio mai spento
Dato dà, icone in movimento.
Traduco canzoni e questo ci tocca,
Puahh!!
Le sputo e mi rifiuto!!
Le schiaccio come una cicca
Distruggo la carta straccia,
come questa macchia
stampata su carta.
Assiomi
Se le mani fossero di pietra
esiterei,
se le mani fossero di fango
me ne andrei
se le mani fossero di paglia
mi accarezzerei
se le mani fossero di foglie
chiacchiererei
se le mani fossero…
Piedra
No espero más que un día
Llega algo admirante,
Lo quiero buscar hora.
Nada jega desde el cielo
Nada llega sin deseo
Nada llega si tu no vas encuentro a el.
Es como dos magnetiza
Y es como la vida
Magnética y peligrosa
Ya no quiero mas esperar
y sin duda ve digo
Que el pasado
Es como una piedra
Qué hoy puesto en mi escalera
Para subir,
Adonde recto me voy.
Teremi.
Ciaf…ciaf…
Un isola
Un palo,
vanghe e piccozze.
In un giro m’aggiro
Nei dintorni,
e non vedo più verde.
Stempero colori immani
Fraticello
Inane.
LI’
Il tempo passa;
noi stessi
gli amici
L’evoluzione.
La scarpinata verso la cima del monte
Si è fermata,
ora ci si guarda intorno,
il tragitto passato,
i compagni di viaggio,
la vita.
Il respiro, il respiro, il respiro…
Che strano passaggio è il fermarsi all’arrivo,
già si guarda all’orizzonte:
è il tramonto,
può nascere un filo di tristezza,
ma è gioia.
Si è aspettato così tanto,
ora si è lì,
e quasi non ce ne se avvede.
Un vecchi diceva:
<< Ovunque tu andrai, sarai sempre lì >>.
Ora quel vecchio sorride
A vinto,
e lo sapeva.
Sa anche che non si vince niente,
che arrivati alla sera,
si aspetta, incessantemente:
la prossima alba…
Menta e riso
Rido.
Rido,
per affrontare la mia ignoranza con decenza.
Rido,
perché ho smesso di ascoltare chi crede
che la realtà è solo quella che si vede.
Rido,
perché ho deciso di portare avanti reali utopie
senza prenderle per fantasie.
Rido e continuerò a farlo,
Perche è l’unica arma che non è a doppio taglio
Rido,
per non sparare nel gregge
perché altrimenti nessuno mi regge.
Rido,
perché se esprimo i miei pensieri
vengo preso per uno di ieri.
Rido,
Perché la storia non cambia
i lupi cercano sempre di metterli in gabbia
Infine rido,
per non urlare
per non fraintendere ciò,
che in effetti mi assale.
Verso sera
Tremanti, serpenti, morenti
ricordi, rimorsi, rimpianti,
mansioni alquanto indecenti
ma a un certo punto
il nulla!!
Il nulla visibile…
L’atmosfera si trasforma,
in lascito…
Ben più duro da affrontare,
inconcepibile ruotare,
seduti,
e silenzio ci avvolge.
Chador
Sogno ad occhi aperti.
Ricordo un corpo
che è quasi un geroglifico.
E’ avvolto da un alone,
una pozione
di spezie e d’incensi.
Al di sotto di essa
misterioso e il suo profumo
vellutato, soave,
morbido, intoccabile…
Un raggio di luce
trafigge una finestra blu
e nella penombra,
rivedo i suoi atteggiamenti,
Cleopatreschi.
Un sorriso è lecito
Aimè, un gemito.
E nonostante la poesia
la carne e roba che non va via.
E che giornate infami
e che malaffare,
rinnegando il fare
l’unica cosa cui,
son riuscito a decifrare.
Non si muovono gli ambienti
e neanche i componenti,
son li fermi a guardare
continuamente ad aspettare.
Credono che ci sia l’alba
ma non al stanno a guardare.
Ah, che Segovia il pensare,
razionalizzare ciò,
che di normale ho,
il mio istinto naturale
la mia parte animale.
Come fare a non sentire
a evitar di gioire,
a non contare
ciò che non è fine e fa male,
il nostro demone
da ammirare.
E se son le tue parole
che il sangue mi fan bruciare
che sian globuli rossi
e nuotino nel mare.
Piove,
del resto non è poi tanto male,
cammino,
tra due stradine e un giardino,
migliaia di esseri mi guardano.
Io vedo solo quelli,
che attraverso le foglie imbevute d’acqua,
esprimono la loro grottesca forma.
Non hanno un nome
ma forse qualcuno lo sa
e non sono inglesi,
stanno qua e la
si ammassano gli uni contro gli altri
senza alcuna ovvietà.
Marte
Tortuosi traguardi
Virtuosi respire
Rime e beoni
Di stolti sorrisi.
E’ arrivata…
Equinozio di umori
cardellini sinfonici
Su un trespolo,
cilindro, smoking bianco
straripani, struggono e ballano
per il ritorno del verde
germoglio,
ma se d’improvviso
un corvo spoglio
solista inquieto
s’infila,come
un guazzabuglio
s’interrompe la melodia.