I primi sprazzi di luce nascono in un cassetto
Un cassetto dove nessuno poteva vedere, guardare, sentire
Era il cassetto dove in adolescenza
Custodivo i miei sentimenti, le mie paure, la mia sensibilità.
In questo cassetto nessuno aveva accesso, tranne io
Era la mia cassaforte di intimità
Lo scrigno dove il mio essere si riposava.
Un giorno crescendo
Quella parola scritta su carta diventò voce
E di quell’esercizio di libertà
Mi rimane uno stato dell’essere
Un luogo dove dare respiro
A quell’infinito che si manifesta dentro di me
A quello spazio,
dove si riflette la mia condizione
dove rivedo ciò che sono senza nessun filtro
dove per un attimo mi accorgo chi sono e cosa sento
in quel lugar che diventa terapia.
E così un essere umano mentre entra nello spazio della poesia
Si scopre fragile e vulnerabile
Accede agli abissi più profondi di se stesso
E come la primavera
Lentamente
Si apre
E dona un fiore.
Ci vuole coraggio oggi a scrivere poesie, esse aprono e tendono ad aprire chi le scrive e chi le legge. Senza barriere, come armadi senza cassetti ne ante.
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Stupendo
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